Come Pesci Nell'Acqua, una storia di crescita e identità

Le parole della regista Veronica Spedicati sul film documentario Come Pesci Nell’Acqua, che sarà proiettato al Giffoni Film Festival durante Giffoni Sport, questo 26 luglio al Giardino Degli Aranci

Come Pesci Nell’Acqua è un documentario che parla innanzi tutto d’identità sorda.
Non ho mai avuto intenzione di raccontare la sordità da un punto di vista medico o di realizzare un film prettamente sportivo. L’intento del progetto è stato fin da subito quello di indagare il contesto olimpico come luogo di incontro di una comunità che ha la possibilità di vivere per due settimane in un mondo a sua misura e di approcciare lo sport come strumento di strutturazione del sé. I membri di questa comunità provengono da esperienze diverse di sordità ed era mia intenzione indagare l’impatto che questa situazione potesse avere nella strutturazione dell’identità di giovani atleti ancora in formazione. Insieme ai miei colleghi Luca Des Dorides e Francesca Di Meo, sotto la guida della Federazione Sportiva Sordi Italia, abbiamo fatto una ricerca tra gli atleti convocati alle olimpiadi e ne abbiamo selezionati tre con storie di sordità diverse: Cristina, nata sorda da genitori udenti; Federico, diventato sordo in adolescenza; e Vanessa, nata sorda segnante da genitori sordi segnanti. I racconti delle loro storie, la rappresentazione della loro vita quotidiana alle Deaflympics e il loro rapporto con lo sport hanno aiutato a ricostruire un quadro variegato ricco di contrasti. Dal momento in cui era mio interesse concentrarmi sui personaggi in relazione alla loro comunità, ho lavorato con una troupe mista di sordi e udenti, dalla scrittura al montaggio. Questo approccio mi ha aiutato a poter entrare al meglio nella questione dell’identità sorda sia da un punto di vista tematico che formale. Abbiamo discusso insieme gli argomenti e i vari approcci, così come abbiamo ragionato insieme su alcuni elementi di linguaggio, quali le riprese delle conversazioni in lingua dei segni o il montaggio delle interviste. È stato un vero e proprio scambio che è entrato in parte anche nella narrazione attraverso la scelta di utilizzare Luca Des Dorides anche come personaggio. Uno scambio che ha visto sempre al centro l’approccio umano. Per restituire questo approccio, ho avuto chiaro sin da subito che i veri paesaggi del documentario sarebbero stati i volti e i corpi degli atleti. La figura umana è sempre protagonista dell’azione; la macchina da presa è un personaggio tra i personaggi e non si allontana mai dall’approccio intimo. Anche i momenti sportivi e le gare non seguono lo schema classico del racconto sportivo; si fanno piuttosto portavoce della soggettività dei protagonisti, sia da un punto di vista emotivo che percettivo e sonoro. Il lavoro sul suono, in particolare, è stato molto lungo e dettagliato, poiché le soggettive sonore delle gare sono state ricostruite a partire dallo studio degli audiogrammi dei singoli protagonisti. Il suono si alterna continuamente tra oggettive e soggettive, il che rimanda un po’ alla percezione di una bolla, come se quel tempo e luogo fossero un’eccezione rispetto alla vita reale.
Un tempo e un luogo dove i giovani atleti possono strutturarsi per entrare nella vita come in mare aperto, senza sentirsi come pesci fuori dall’acqua. 

Il film

Come Pesci Nell’Acqua è un film di Veronica Spedicati, una produzione Daitona con il contributo di Federazione Sport Sordi Italia Pio Istituto dei Sordi, scoprilo ora al Giffoni!

Articolo a cura di Dario Enchelli per Daitona.it